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perché La moglie non conclude l'atto di matrimonio in modo diretto?

Scegliere la compagna che meglio conviene, è per l'uomo un compito difficile, ed è forse più difficile per la donna scegliere il marito più conveniente, visto che se il marito non riesce a trovarsi la donna che vuole gli è sempre possibile rifare il tentativo, mentre per la donna rifare la scelta è quasi impossibile.


Visto che la donna è sempre la parte più debole e comunque più fragile in tutte le società del mondo, l'islam si è preso cura di lei per proteggerla e prevenire ogni sorta di danno che le puٍò accadere. L'islam prescrive infatti di prendere tutte le precauzioni, di non avventarsi mai nella scelta del marito che potrebbe convenirle nello scopo di evitarle la sorte e la parte di vittima di un matrimonio non riuscito.

Una delle condizioni islamiche della validità del matrimonio è la presenza di un tutore o di chi ne fa le veci: un matrimonio senza il tutore non si ha da concludere: il profeta disse:
"Nessun matrimonio è valido senza il tutore e senza due testimoni degni di fiducia; altrimenti, il matrimonio è nullo e se nasce un litigio, l'arbitro è il tutore di colui che non ha tutore." (Ibn Habbane n° 4075).
Il tutore deve vigilare ed applicare il desiderio della donna: se detto tutore la costringe ad accettare il marito, lei ha facoltà di rivolgersi al giudice per annullare il matrimonio.
"Al Khansa Bint Gidham riferisce che da vedova, suo padre l'ha rimaritata ad uno che non voleva; trovٍ il profeta e glielo disse; il profeta annullٍ il matrimonio." (Bukhari n° 6546).


Il tutore costituisce una delle condizioni della validità del matrimonio perchè in generale difende gli interessi della donna. L'islam garantisce alla donna maggiorenne e sana di mente, vergine o già maritata il diritto di accettare o rifiutare il marito che le si presenta; non permette al tutore di costringerla o di fare pressione su di lei materialmente o moralmente: il profeta disse:
"La donna va rimaritata solo a sua richiesta; la vergine va data in sposa solo se vi consente; e in che modo consente, o messaggero di Allah? : - consente tacendo." (Bukhari n° 4843).


Invitando ed incitando al matrimonio, l'islam non ha l'intento di sosddisfare un desiderio futile o provvisorio, bensì quello di stabilire un rapporto stabile e duraturo; e visto che la donna è una delle parti di detto rapporto, ha fatto del suo consenso una condizione necessaria.
Ora essendo la donna di carattere naturalmente sentimentale, mossa essenzialmente dalle impulsioni affettive, facilmente influenzabile dalle apparenze, l'islam le garantisce un tutore che ha facoltà di rifiutare ogni partito che le sia indegno. Infatti, essendo maschio, il tutore puٍ meglio di lei distinguere chi la merita.

Se invece un marito degno le si fa avanti, merita il suo consenso ma viene rifiutato dal tutore solo per una sua tirannia, gli viene tolto il tutorato e lo si trasferisce al più vicino dei parenti della donna; in mancanza o difetto di tale vicino, la donna viene maritata con il tutorato del giudice.
L'islam vieta di dare la donna in sposa ad uno indegno di lei e della sua famiglia perchè la donna ed i suoi subiscono in conseguenza il discredito e il disonore del marito indegno. Tale matrimonio non voluto dal tutore e dai vicini della donna provoca spesso la rottura dei legami di sangue tra parenti della stessa famiglia.

Il miglior criterio del marito degno è quello che è indicato dal profeta che disse: "Se vi viene innanzi chi per fede e portamento vi soddisfa, acconsentite al suo matrimonio; se non lo fate seminerete danno e corruttela infiniti." (Mustadrak n° 2695).

Il marito uomo di fede ed educato, onora la moglie se la ama, e se non l'ama eviterà comunque, per timore di Allah, di avvilirla o di umiliarla.


La fonte: www.womeninislam.ws/it